Hacks di Google Maps Simon Weckert Performance e installazione, 2020
Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere informazioni? Barbara e Allan Pease, marito e moglie sono due psicoterapeuti australiani esperti di comunicazione che indagano da un punto di vista scientifico attraverso un’ampia casistica le differenze fra i due sessi. Il libro così intitolato assicura che esistono ragioni precise documentate da interviste di esperti di tutto il mondo.
(superBur Rizzoli 2001).
Questa provocazione vuole solo farvi ricordare le eterne discussioni di quando non esistevano soluzioni come Google Maps. Si vagava alla ricerca della meta un po’ a caso, magari chiedendo informazioni a qualche passante sperando di non perdersi in una città sconosciuta. Da quando Maps è entrata nell’uso comune quotidiano, ha cambiato il nostro modo di orientarci all’interno di una zona sconosciuta, ci aiuta a trovare e a scovare posti, locali, negozi che altrimenti non avremmo notato e ci permette di pianificare con più efficienza i nostri itinerari.
Le mappe virtuali di Google hanno poco in comune con le classiche mappe analogiche. La differenza più significativa è che le mappe di Google sono interattive: scorrevoli, ricercabili e zoomabili. Il servizio di mappe di Google ha sostanzialmente cambiato la nostra comprensione di cosa sia una mappa, come interagiamo con le mappe, i loro limiti tecnologici e come appaiono esteticamente.
L’avvento di Google Geo Tools è iniziato nel 2005 con Maps and Earth, seguito da Street View nel 2007. Da allora sono diventati enormemente più tecnologicamente avanzati.
In questo modo, Google Maps apporta modifiche virtuali alla città reale. Applicazioni come ›Airbnb‹ e ›Carsharing‹ hanno un impatto enorme sulle città: sul loro mercato immobiliare e sulla cultura della mobilità, per esempio. C’è anche un grande impatto sul modo in cui troviamo un partner romantico, grazie a piattaforme di incontri come ›Tinder‹, e sul nostro grado di training e benessere, grazie all’app per jogging ›nike‹. Oppure un’app di consegna cibo basata su mappe come ›deliveroo‹ o ›foodora‹.
Tutte queste app funzionano tramite interfacce con Google Maps e creano nuove forme di commercio digitale. Senza queste mappe, i sistemi di car sharing, le nuove app di taxi, i sistemi di noleggio biciclette e i servizi delle agenzie di trasporto online come ›Uber‹ sarebbero impensabili. Un ulteriore mercato cartografico è fornito dalle auto a guida autonoma; campo in cui ancora una volta, Google ha già stabilito una posizione per sé.
Con i suoi strumenti geografici, Google ha creato una piattaforma che consente agli utenti e alle aziende di interagire con le mappe in modo nuovo. Ciò significa che le questioni di forza nel discorso della cartografia devono essere riformulate.
Ma qual è la relazione tra l’arte di abilitare questi tools e le tecniche di supervisione, controllo e regolamentazione nelle mappe di Google? Queste mappe funzionano come reti di dispositivi che determinano il comportamento, le opinioni e le immagini su cui si basano moltissime persone, esercitando quindi un potere smisurato, spesso determinano l’attualità e la percezione degli spazi fisici e il nostro sviluppo di modelli d’azione.
L’idea è semplice ma geniale. L’artista tedesco Simon Weckert ha “hackerato” Google Maps simulando un ingorgo stradale con 99 smartphone. I telefonini, trascinati a mano in un cigolante carrellino per una strada in realtà deserta, lanciano un segnale GPS che fa credere alla app che su quel tratto urbano di Berlino siano presenti 99 autoveicoli. Di conseguenza, sulla mappa digitale la strada si colora di rosso, segnalando agli utenti una situazione di intenso traffico.
Weckert, artista di base a Berlino e attivo nell’ambito del design generativo e della fisica computazionale, lavora da circa due anni sui sistemi di mappatura e geolocalizzazione che, senza dubbio, sono decisamente utili e in molti casi meravigliosi, ma che possono essere usati anche come meccanismi invasivi di sorveglianza e controllo.
Rilevando così tanti cellulari andare a passo d’uomo, Google Maps ha recepito l’informazione credendo vi fosse del traffico in stradine in realtà del tutto deserte.
Nel video pubblicato su Youtube, Simon Weckert passeggia tranquillamente con il suo trolley carico di 99 smartphone, iPhone e tablet per le strade di Berlino sgombre dal traffico e segnate, giustamente, con il colore verde: percorso più rapido, strada consigliata. Ma poi, al suo passaggio, Google Maps reagisce con il rosso: lunghe code, ti consigliamo un altro itinerario.
Google Maps ha diffuso – per quanto inconsapevolmente – delle informazioni false che, a loro volta, sono state credute vere dai fruitori del servizio che, ignari dell’hack di Weckert, hanno affidato la loro fiducia a un errore di sistema. Questa forma d’arte vuole essere a sua volta una provocazione sulla superficialità del nostro utilizzo della tecnologia.
L’immagine condivisa su Twitter è stata descritta dall’autore stesso come una vera e propria installazione d’arte. “Google Maps apporta modifiche virtuali alla città reale”, ha inoltre fatto sapere, rivoluzionando non poco il modo di muoverci nella quotidianità. Eppure, sempre secondo Simon Weckert, “pochi sono a conoscenza dei loro limiti tecnologici”.
www.simonweckert.com/googlemapshacks.html