Lo sviluppo delle aziende tra empowerment e soft skills
Con Empowerment si intende “un processo capace di liberare il potenziale personale e professionale per raggiungere obiettivi rilevanti per sé stessi e per l’organizzazione”.
L’importanza dell’empowerment deriva dall’esigenza delle aziende di essere sempre più competitive, offrendo ai collaboratori la piena responsabilità di esprimere al massimo il proprio potenziale.
I vantaggi dell’empowerment possono essere definiti sia a livello dei collaboratori sia a livello aziendale:
Dal punto di vista dei collaboratori il lavoro assume significato, perde monotonia e accresce
la propria autostima; inoltre, il collaboratore può scegliere come e quando svolgere i propri compiti e partecipare alle decisioni che riguardano lui e il suo operato.
Infine le conoscenze professionali e le capacità del collaboratore. sono riconosciute e ricompensate.
A livello aziendale i vantaggi determinati dall’empowerment possono essere riscontrati nell’incremento dell’efficacia e dell’efficienza dei processi, oltre che nell’aumento del capitale conoscitivo interno: mantenendo al proprio interno collaboratori di valore e diminuendo il turnover del personale.
Alla base di un empowerment efficace vi è la competenza relativa alla specifica prestazione prevista che sono caratterizzate da conoscenze, skills, motivazioni, aspettative e atteggiamenti.
Le conoscenze e le skills sono quantificabili e riguardano gli aspetti dell’individuo che possono essere modificati e accresciuti quantitativamente e qualitativamente attraverso la formazione e l’esperienza professionale.
Al contrario, le motivazioni, i tratti, le aspettative e gli atteggiamenti sono più difficili da individuare e modificare.
Oggi le soft skills sono sempre più richieste, perché se appare più facile per un datore di lavoro addestrare un dipendente a specifiche abilità tecniche, è chiaramente più complicato farlo per le attitudini trasversali.
Uno studio ha rilevato che l’80% dei risultati conseguiti nella carriera sono determinati dalle competenze trasversali e solo il 20% dalle competenze difficili, o hard skills.
Ma quali sono esattamente le differenze?
Le Hard Skills sono puramente specifiche del lavoro, sono principalmente legate alla conoscenza, all’esperienza e alle capacità concrete di una persona nello svolgere un compito particolare. Possono essere acquisite e perfezionate attraverso l’istruzione, la formazione e la pratica, inoltre sono facilmente misurabili.
Con Soft Skills, invece, si intende le abilità interpersonali e i tratti della personalità, che determinano il modo in cui un individuo lavora da solo e con gli altri. Possono essere suddivise all’incirca in tre categorie: competenze personali, sociali e metodologiche.
Queste competenze trasversali sono caratteristiche generali non misurabili che possono essere acquisite attraverso un processo di apprendimento informale: ad esempio interagendo con i colleghi o partecipando a riunioni sociali e feste aziendali.
L’importanza delle soft skills nel contesto lavorativo è determinata, innanzitutto, dal fatto che sono piuttosto rare; Non esistono infatti documenti che possano certificare le proprie capacità personali ma possono essere valutate solo sul campo, a fronte dei risultati effettivamente raggiunti da ciascun professionista.
Tra le soft skills più richieste ci sono abilità comunicative, capacità di problem solving,
gestione del tempo e rispetto delle scadenze, oltre che capacità di lavorare in team e intelligenza emotiva.