Manuela Colombini

Truth Well Told, la verità ben raccontata, e molto altro…

Il topic di quest’anno è molto sentito soprattutto di questi tempi. Dire la verità e raccontarla bene. La verità secondo me paga sempre, dal punto di vista delle relazioni umane, ma anche nel momento in cui le marche dicono la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità.

Nel senso che essere trasparenti, quindi fare parte di un percorso etico di chiarezza, di correttezza, nei confronti delle persone e di quello che si comunica è fondamentale. Dopotutto ci stiamo avvinghiando su una serie di tematiche legate alla sostenibilità ambientale ma soprattutto a quella sociale ed essere trasparenti significa essere etici. Significa dire la verità, raccontarla bene, spiegare le cose, aiutare le persone a capire, a comprendere.

Se comprendiamo abbiamo meno paura, riusciamo a costruire una relazione credibile e veritiera con le marche e la fiducia è la base di tutto e può partire solo dalla verità, dalla trasparenza. Sul tema del detto bene il mondo della comunicazione dovrebbe essere il più competente, in realtà non sempre diciamo le cose nella maniera corretta o a volte non sappiamo esattamente con chi stiamo parlando.

Sapere chi è il target di un brand, di un marchio, di un nuovo prodotto, di una nuova categoria è fondamentale, perché se dobbiamo raccontare qualcosa nella maniera più corretta dobbiamo anche sapere a chi stiamo parlando. È esattamente come quando parliamo con i bambini e adottiamo un linguaggio appropriato: non sono stupidi, sono solo più piccoli, hanno meno strumenti e hanno bisogno di una chiarezza di una esposizione di linguaggio differente, quindi, va detto bene quello che noi gli spieghiamo.

Quindi, come in ogni situazione, noi dobbiamo imparare a comunicare. Comunicare nella maniera corretta significa comunicarlo nella maniera migliore? A volte sì. Dopodiché c’è tutta la parte della narrazione. Ormai sono anni che parliamo di storytelling: raccontare bene significa raccontare una storia, che significa anche coinvolgere. Penso per cui che il tono di voce, il modo in cui parliamo, il DNA valoriale di un brand non possono prescindere dal racconto, e quindi fanno parte di questa narrazione fatta correttamente.