La Street Art e il quotidiano
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La Street Art e il quotidiano

La Street Art e il quotidiano
A Londra, a New York, come a Roma, Napoli, Milano e Venezia, interi quartieri vedono le stime degli immobili lievitare grazie ad opere dipinte e aerografate sui muri. Sono sempre di più le città che riscoprono questo trend quando nel distretto arriva l’opera d’arte è inevitabile che si potenzi il valore degli immobili. Anche se non sembra proprio essere un’equazione matematica perché le variabili in gioco da tenere conto sono molte, come la fama dell’artista, la licealità dell’opera e la tecnica utilizzata. In Inghilterra due murales dell’artista Kobra hanno spinto il valore di una casa del quartiere Londinese di Chelsea ad un surplus di valore interessante, così come una residenza a Bristol dove Bansky aveva dipinto un ragazzo che disegna un robot ha aumentato il proprio valore considerevolmente. Naturalmente tutto questo porta le sue conseguenze, dal quartiere Londinese di Hackney invece pare che un ragazzo abbia scritto a Bansky pregandolo di recarsi altrove per fare le sue performance artistiche perché da quando ha prodotto i suoi disegni sulle case del quartiere il costo della vita si è innalzato vertiginosamente e quindi per questo ragazzo si sta facendo proibitivo. Parimenti è possibile che negli ultimi tempi si sia registrato un aumento dei valori degli immobili e del costo della vita in aree di Milano come Lambrate, Bovisa o Dergano dovuto senz’altro all’attività degli interventi dei vari artisti presenti in zona e alle decisioni del consiglio comunale che sta progettando una riqualificazione urbanistica del territorio, interessando appunto le periferie degradate della città.
Un diverso punto di vista potrebbe essere rappresentato dalla possibilità di inserire una visita guidata nel quartiere individuando una corrispondenza tra street art e nuove agende urbane ed è interessante come l’inserimento di questa pratica sia sempre più diffuso in diversi programmi nazionali dal quartiere di Tor Mancia a Roma ai quartieri di Scampia o Ponticelli a Napoli, dove ad esempio in questo quartiere della periferia orientale della città partenopea gli artisti sono stati ispirati dai suggerimenti dalla partecipazione che raccontano le storie del Parco Merola, un complesso di edilizia residenziale pubblica che ha trovato nella street art, promossa dall’Associazione Arteteca e dal progetto Inward, un mezzo per promuovere la sostenibilità sociale per le nuove generazioni e attivare processi di rigenerazione urbana, tanto che ora il parco Merola è segnalato come una delle attrazioni della città.

Altro modo per esprimere la propria arte è invece quella proposta dal fotografo cremasco Alessio Bolzoni che lo scorso anno in pieno periodo di pandemia ha ideato il progetto “Action/Reaction”. Un progetto artistico d’affissione curato da Teresa Macrì che ha ambientato sulle pareti, dei poster di affissione di Milano, lasciate vuote in questo particolare periodo, una serie di scatti d’autore a giovani ragazzi, potendo usufruire di 26 spazi 6×3 con la promessa di coprire esclusivamente le spese vive. Alessio lo dipinge così: “Per me l’arte ha sempre avuto un ruolo pubblico, un valore che sarebbe bene recuperare ora che c’è il tempo …”

Differentemente In città appaiono a volte forme straordinarie dovute ad installazioni artistiche particolari. Un enorme caprone di legno, alto circa 15 metri e largo 12, è comparso all’improvviso nell’aprile scorso, in piazza Gae Aulenti, nel cuore dei nuovi quartieri residenziali di Milano. Ricorda, nell’immaginario collettivo, il “cavallo” di Troia. In molti hanno segnalato delle orme per il suo arrivo. Si è trattato della campagna teaser legata alla presentazione ufficiale dell’approdo in Italia di Kozel, la birra ceca più venduta al mondo con i suoi 4,5 milioni di HL venduti a livello globale, già presente in 48 Paesi e ora nel portafoglio dei prodotti premium di Birra Peroni. Il progetto è stato lanciato anche sui canali social con la collaborazione di Frank Matano. L’obiettivo era raccontare agli italiani i valori del villaggio in cui è nata Kozel: tradizione, ospitalità e collaborazione. “C’è un villaggio dentro” è il payoff del nuovo brand che riassume l’anima più autentica di Kozel, che la rende un prodotto unico sul panorama delle lager premium internazionali.
Ma questa come sappiamo è un’altra storia…
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