Influencer e Sneezers
«Chi sono davvero gli influencer? Cialtroni di dimensioni cosmiche. Convinti di poter vivere di vuoto social, di selfie e di markette» sono le testuali parole di Domenico Naso, uscite su Il Fatto Quotidiano il 21 aprile e, sebbene usi un tono tremendamente polemico, decisamente generalista, e alquanto denigratorio, io una bella risata – forse un tantino sardonica – me la sono fatta leggendo l’articolo. Ovviamente ha alzato un polverone degno del far west, coinvolgendo in particolare coloro che si sono sentiti presi in causa.
Al di là di ogni opinione personale, l’articolo di Naso è una delle prime pagine che escono navigando su internet in cerca di informazioni sugli influencer. Direi che il termine è piuttosto intuitivo, di certo non è necessario scervellarsi per capire, almeno superficialmente, cosa fanno questi personaggi. Ci tengo a sottolineare che il termine inglese che abbiamo preso in prestito è ovviamente e ironicamente, rubato al nostro caro latino – insomma gira e rigira è tornato indietro-, infatti deriva dal latino dotto inflŭere (scorrere dentro) che aveva un doppio significato “potere personale” e “azione delle stelle”, è quest’ultima accezione che ha introdotto il nuovo significato. Gli Influencer sono, all’incirca, come le stelle per gli antichi, influenzano – o almeno ci provano – il comportamento di alcune cerchie, le loro scelte e le loro mode perché molto conosciuti, seguiti, condivisi, ritwittati. In realtà non mi sembra un concetto particolarmente nuovo, certo stiamo parlando di persone che per influenzare utilizzano i social media, ed è questo aspetto in particolare che li differenzia e li rinnova. Emulare è un verbo antico, esistono da sempre persone con una tale lena, uno spirito, un’idea, un gusto, talmente incisivo da farsi ascoltare, seguire o emulare da molte altre persone, ovviamente dall’avvento della società di massa questo fenomeno è diventato decisamente più tangibile.
Riflettendoci un po’… L’azienda Burberry lanciò l’impermeabile, lo fece indossare da aviatori, cartografi, da ogni sorta di personaggio considerato avventuroso o spericolato, per cercare di lanciare il capo, nulla funzionò in modo efficace. È bastata una scena: un aereo, un addio. Humprey Bogart che lascia andare Ingrid Bergman nel finale di Casablanca, risuonano le parole della canzone “As time goes by” You must remember this, a kiss is still a kiss… Boom di vendite, esplode la moda degli impermeabili. E come dimenticare la frase culto “Cosa indosso a letto? Due gocce di Chanel n° 5, ovviamente.” detta, durante un’intervista del 1952 da Marylin Monroe; certamente il profumo lanciato da Coco Chanel nel 1921 era già famoso, ma nel ’55 uscì la pubblicità con una foto della Monroe e quell’indimenticabile frase, talmente memorabile che qualche anno fa è stata riutilizzata come testimonial del profumo. Per non parlare poi dello slancio dato alla Givenchy da Audrey Hepburn (compagna di Hubert de Givenchy) che ha in Colazione da Tiffany dossato abiti dello stilista nella maggior parte dei suoi meravigliosi film – come l’adorabile tubino nero di Colazione da Tiffany -, inducendo donne provenienti da ogni dove ad eguagliare la sua eleganza. È vero, stiamo parlando di icone del cinema e spesso non solo, star conosciute a livello mondiale, amate e invidiate in ogni parte del globo – e probabilmente in tutta la galassia – ma nella concretezza dei fatti erano persone così seguite e ammirate da essere influenti, da generare emulazione, il principio di fondo mi pare sia lo stesso!
Nel 2001, Seth Godin, in Unleashing the Ideavirus non parlava di influencer, bensì di sneezers, coloro che starnutiscono. A rifletterci un attimo, è un’immagine molto coerente e potente, anche un po’ sgradevole quasi, ad immaginarsi batteri e virus che vengono spruzzati via come profumo, – guardando una fotografia che ha colto il momento esatto lo è sicuramente-.
Godin li definisce “starnutatori” perché diffondono i loro “virus”, le loro idee, i loro comportamenti, ma li divide in due categorie ben distinte: Promiscuous: sono coloro che cercano di diffondere i loro ideavirus in qualunque momento, a chiunque, che sono, tra le altre cose, motivabili tramite denaro o altre tipologie di incentivi; Powerful: sono coloro talmente potenti da generare spirito d’emulazione, non vengono scelti, sono loro stessi a scegliere e sono difficili da comprare.
(Per dirla in maniera semplice da una parte i “vendibili” e dall’altra coloro legati alla propria integrità e ai propri valori – di marca, di gusto e via dicendo) Appartengono alla prima categoria gli sneezers, gli influencer più criticati, a cui si imputa disonestà e voglia di guadagnare senza lavorare, ed è in particolare a loro che Naso rivolge il suo J’accuse!
Bisognerà attendere i prossimi sviluppi, nel frattempo, da parte mia, almeno di un fatto sono sicura: l’unica influenza che posso dare provoca febbre, raffreddore e tosse, e a dire la verità, mi va benissimo così.