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Miriam Frigerio

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INTERVISTATO
Miriam
Frigerio
AZIENDA
Head of Brand di Sorgenia
Intervista

Truth Well Told, la verità ben raccontata, e molto altro…

Parlando di “verità ben raccontata”, come si può attualizzare questa frase in un contesto delicato fra greenwashing e ritorno d’immagine?

Se interpretiamo il concetto di “verità ben raccontata” alla luce della richiesta di una comunicazione diretta e attendibile, credo dobbiamo dare un’interpretazione diversa proprio a “bene”, che non significa in modo tale da rendere attrattivo un prodotto o una marca, ma in modo chiaro e tale da portare al pubblico conoscenze che prima non possedeva.

È una riscoperta etica del senso originario di comunicare, ossia mettere in comune, condividere.
Il brand che comunica in modo etico se stesso e i suoi prodotti non si limita a usare le leve del green o dell’impegno sociale per fare un green (o pink) washing della superficie, ma racconta la verità sul suo prodotto, sul perché è sostenibile – aumentando indirettamente la competenza del pubblico rispetto al suo mercato. il ritorno non più solo quello dell’immagine resa attrattiva, ma anche quello dell’immagine che il consumatore si è creato a partire dal racconto di una verità che ha capito e di cui sente di potersi fidare.

Quanto è importante, nel campo della comunicazione, una figura che sia in grado di avere uno sguardo sulla totalità del processo della creazione di un progetto?

Qui parlo ovviamente da persone di azienda e non di agenzia.
Se la comunicazione è raccontare sé stessi, andando sotto la superficie, evidentemente non bastano gli slogan. È sempre più necessario uscire dalla dinamica della dichiarazione dell’advertising classico per spingersi nella conversazione e nell’incontro, digitale ma anche fisica. Alle aziende il pubblico chiede di più: vuole sapere che cosa sta dietro il prodotto, l’organizzazione, la filiera. Per rispondere in modo corretto, chi comunica deve conoscere la realtà ed essere capace di raccontarla in forma accessibile.

Riusciremo mai a trovare un punto di incontro e imparare a utilizzare in maniera sostenibile l’intelligenza artificiale?

Cerco di rispondere partendo dal significato di “sostenibile”, ovvero che può durare nel tempo, sostenendosi con le sue forze e le sue capacità.
È evidente che senza un input, l’intelligenza artificiale da sola non si regge.
La sostenibilità che io vedo è quella dell’AI come risorsa, capace di agevolare la mente umana in attività onerose e non creative – ad esempio la ricerca, la raccolta, o anche la sperimentazione di un numero elevatissimo di combinazioni, possibilità, declinazioni. Ma il concept, l’idea diversa e originale, resta frutto della mente umana.

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