Sull’intelligenza artificiale c’è un mondo tutto da scoprire. Io, personalmente, l’ho usata per alcuni testi, per alcuni aiuti. Credo che, utilizzata nel modo corretto, possa essere un forte aiuto per chi fa comunicazione e per chi fa immagini. Anche se vengo dalla vecchia scuola della fotografia, per me la fotografia deve essere l’arte pura di prendere la macchina fotografica, tarare le luci, prendere un soggetto, realizzare una foto e poi guardarla. Credo che sia la fotografia digitale che l’intelligenza artificiale siano degli aiuti per avere delle immagini il più velocemente possibile. Io prendo a esempio la fotografia digitale, che nel campo giornalistico è servita tantissimo per avere l’informazione subito.
Credo anche che l’intelligenza artificiale sia un mezzo veloce, che non debba sminuire il lavoro di comunicatori che ci sono da anni, perché adesso chiunque, anche un ragazzino, si mette davanti a un telefono, davanti a un computer e diventa un super grafico, un super designer, senza magari avere i titoli per esserlo. Però, magari, può avere anche un minimo di creatività che si può avere da un anno fino a 100 anni, quindi non è questo il problema. Il problema è che bisogna usarla con professionalità e utilizzarla nelle sedi opportune per realizzare degli aiuti in alcune situazioni dove non è possibile creare un’immagine o creare un testo in maniera rapida e in maniera professionale.
La provocazione di Francesco Aloe
L’arte di creare una foto, quindi studiarla, pensarla, scattarla e poi vederla, nell’intelligenza artificiale, per quanto mi riguarda, non ha lo stesso fascino che si ha realizzando un’immagine vera e propria con la macchina fotografica.
Quindi comunque viva gli artigiani, viva chi svolge il lavoro in maniera autonoma, senza l’aiuto dell’intelligenza artificiale.
Mediastars propone di mettere in luce il valore della professionalità di chi contribuisce con il proprio apporto alla riuscita di un progetto di comunicazione.