Francesco Pedrazzini

L’intelligenza artificiale è una tematica molto calda e molto interessante in questo momento.
Ci sono diverse sfaccettature da cogliere e da vedere, però, senza dubbio, è una cosa molto intrigante e stimolante perché, partendo dalle potenzialità che ci danno le piattaforme che ci sono a disposizione, si possono fare veramente tante cose.
In primis non è giustissimo definirla solo intelligenza artificiale perché noi con l’intelligenza artificiale ci abbiamo a che fare da decenni, ad esempio tra le varie tecnologie che sono nei bancomat e nei POS che già erano intelligenza artificiale.
Noi adesso stiamo avendo a che fare con l’intelligenza artificiale generativa, quindi quella che pensa. Sarà come l’uomo? Sarà più capace? Meno capace? Si sostituirà?
Essendo un’intelligenza artificiale generativa è basata su modelli, su esempi, che arrivano da persone reali, da quello che hanno vissuto le persone reali. È come se fosse un grandissimo database e questo ci dà l’idea di quello che è il suo potenziale.
Quando gli si richiede un’immagine, per esempio, è come se avesse un database infinito di ricerca che va con tutte le tipologie di immagini che comprendono tutti i fotografi, tutte le campagne già realizzate, i pensieri creativi… È come se fosse un un grandissimo bacino di utenza che ci dà possibilità infinite.
Da alcuni punti di vista è estremamente affascinante perché ti mette nelle mani uno strumento molto interessante con cui giocare, con cui andare a generare.
Per cui, in primissima istanza, ci colgo tante potenzialità perché affiancato alle teste pensanti e soprattutto alla capacità di dialogarci, ci porta ad avere risultati e possibilità che fino a ieri ci erano precluse. Per cui, da questo punto di vista, è veramente incredibile.
Ogni volta che c’è la possibilità di fare qualcosa di nuovo con l’intelligenza artificiale diventa uno stimolo.
Adesso ho il pallino di riuscire a realizzare degli scatti, magari per categorie merceologiche alimentari, con l’intelligenza artificiale. Mi piacerebbe farlo come esperimento per vedere dove si può arrivare.
Poi c’è sempre un po’ di timore relativamente all’intelligenza artificiale, però la natura umana ci insegna che la paura è dove non c’è conoscenza. Quindi è giusto avere un po’ di timore, un po’ di rispetto per queste nuove tecnologie, ma è curioso anche andare a vedere dove ci porteranno e che cosa succederà più avanti.