Partiamo dal presupposto che ChatGPT, al momento, è lo strumento NON UMANO più intelligente al mondo. È in grado di rispondere a ogni domanda posta dagli utenti in modo rapido e automatizzato, risparmiando tempo e risorse. È la prima volta che uno strumento così potente viene messo a disposizione del grande pubblico attraverso un’interfaccia gratuita e immediata. Non solo: è in grado di apprendere grazie a un processo di elaborazione delle informazioni ricevute costantemente dagli utenti. Personalmente, anch’io lo utilizzo.
I punti di forza sono numerosi e di qualità. Basti pensare che:
• ChatGPT può generare testo in modo rapido e automatizzato.
• ha accesso a una vasta quantità di informazioni.
• I comunicatori possono concentrarsi su compiti più creativi e strategici, lasciando a ChatGPT i compiti meccanici.
Tuttavia, al momento, ChatGPT non ha una comprensione profonda del contesto o delle emozioni umane. Può commettere errori o generare risposte incoerenti e, soprattutto, non ha esperienze personali o empatia. ChatGPT può senz’altro automatizzare alcune attività ripetitive, per cui la collaborazione tra intelligenza artificiale e umani potrebbe portare a risultati notevolmente produttivi. I “potenziali” risparmi derivanti da automazione, digitalizzazione e servizi cloud di intelligenza artificiale sono molto alti.
IN GENERALE SULL’AI
Esistono molte applicazioni di AI in grado di supportare a fondo progetti olistici di comunicazione, dalla elaborazione di testi alla creazione di visual creativi. Tuttavia, attualmente, l’utilizzo è efficace in particolare sui canali social e, più in generale, sulle web advertising e in rete. Questo è un importante indicatore sul tipo di utilizzo che attualmente se ne fa ed apre scenari interessanti e controversi dal punto di vista etico.
Il punto è che l’intelligenza di AI è la nostra intelligenza nutrita dal nostro bagaglio di conoscenze ed esperienze, elabora velocemente i ragionamenti della nostra mente, ma dal momento che siamo noi che la indottriniamo e quindi la aiutiamo a crescere, AI siamo noi stessi che attraverso lei possiamo efficacemente influenzare le scelte e tutti i processi decisionali. Va da se che al punto in cui siamo occorre seriamente valutare il rapporto tra Intelligenza Artificiale ed Etica e quale ruolo abbia tale rapporto nell’ambito dell’innovazione digitale: l’Intelligenza Artificiale è Etica nella misura in cui è concepita da soggetti che scelgono di ispirare le attività di sviluppo a principi etici oggettivamente riconosciuti da una società evoluta ed è poi utilizzata da soggetti che scelgono di attenersi agli stessi principi. In sintesi, l’IA può essere etica solo se è progettata e utilizzata in modo responsabile, rispettando i valori umani condivisi.
I tema è naturalmente estremamente complesso, delicato e soprattutto controverso. Io sono comunque del parere che non bisogna attendere inerti che i processi di innovazione tecnologica ci travolgano, ma dobbiamo essere noi principali attori dell’evoluzione e quindi del cambiamento agendo personalmente affinché tale evoluzione contribuisca in maniera coerente e responsabile al miglioramento dei nostri standard comunicativi e produttivi.
Mediastars propone di mettere in luce il valore della professionalità di chi contribuisce con il proprio apporto alla riuscita di un progetto di comunicazione.