Se non mi fosse accaduto ciò che mi è successo, a quest’ora non sarei chi sono: sarei stata piuttosto o un architetto o una psicologa. Invece la vita e i sogni che si frantumano divenendo come polvere spinta dal vento mi hanno consentito di seguire delle strade diverse, di compiere delle scelte alternative per divenire, in fondo, un architetto-psicologo (con una connotazione diversa rispetto all’immaginario comune), con una duplice anima professionale. Da un lato, infatti, mi occupo della progettazione (come un architetto) e della realizzazione di ricerche quantitative per ascoltare (come uno psicologo) le audience e capire cosa pensano, come agiscono e i motivi sottostanti le loro scelte. Dall’altro lato, mi occupo dello studio dei pubblici di riferimento, per comprenderne il posizionamento narrativo e il copione di vita, avvalendomi di strumenti come le interviste narrative, indispensabili per comprenderne le ferite dell’anima. L’ascolto delle audience e dei loro bisogni, di come agiscono e scelgono, è un elemento indispensabile per poter aiutare le aziende a individuare possibili soluzioni per prendersi cura dei loro clienti-utenti-visitatori: è così che nascono i miei progetti narrativi di Impresa e di Brand.
