L’intelligenza artificiale, secondo me, è un po’ un ausilio a quello che è il lavoro e la quotidianità di ogni persona.
Ad oggi è un terreno ancora molto inesplorato e da un certo punto anche abbastanza acerbo che però, sicuramente, sta prendendo piede molto velocemente e si sta profondamente radicando in tutti quelli che sono gli aspetti del Digital, ma non solo.
Lo considero un ausilio perché permette di velocizzare alcuni processi operativi, alcuni processi anche concettuali. Ti dà, ad esempio, quelli che possono essere degli stimoli iniziali per porre dei ragionamenti più creativi, ti permette di fare dei riassunti o ti permette di elaborare del contenuto in maniera molto efficace talvolta.
Dall’altra parte penso che sia un po’ un rischio che il nostro cervello si “accomodi” su questo, un po’ come siamo già ormai abituati negli ultimi anni ad appoggiarci molto a quella che è la tecnologia.
Quindi non penso assolutamente che l’intelligenza artificiale sostituisca l’uomo, ma può diventare, nel corso del tempo, una complementarità. Questa complementarità, però, può avere un po’ il rischio di far sedere quella che è l’attività (o l’iperattività talvolta) del cervello umano e quindi diventare sempre più pigro.
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