L’intelligenza artificiale è un’innovazione tecnologica molto eccitante, che avrà un impatto sociale importante ma – attualmente – è piuttosto difettosa e pericolosa sotto molti aspetti.
Avvalendosi dell’AI si possono generare, rapidamente, informazioni false e plausibili. Le foto, ad esempio, sono facili da falsificare. Un tempo per modificare un’immagine serviva Photoshop e, per farlo in maniera credibile, bisognava essere piuttosto bravi. Oggi, anche se il pubblico sta iniziando a distinguere un’immagine reale da una ritoccata, resta il fatto che chiunque può creare una foto o un video falsi, modificare un audio e così via. Questo è un cambiamento fondamentale.
Forse dovremmo tornare a concentrarci su come fornire informazioni di qualità alle persone.
Sarà necessario un periodo di adattamento sociale, certo, è una realtà inevitabile. Tuttavia non esiste una decisione che, una volta presa, possa impedire che ciò avvenga. Siamo già immersi in questo mondo e, a mio avviso, la pubblicità e la creatività ne risentiranno molto e in modi diversi: non tanto nell’esecuzione ma nell’emozione.
Lo so, ho dipinto uno scenario poco positivo. D’altronde nell’ultimo Mission Impossible l’AI vuole distruggere l’umanità ! Ci tengo a precisare che non sono contrario al cambiamento, alle novità , ma tutto dev’essere preso e sperimentato al di fuori del mondo professionale, fino all’accettabile (e non parlo del testo di una brochure realizzata con ChatGPT, né dell’immagine/animazione realizzata per un post social). Chi decide quando è accettabile? Non lo so. È proprio questa poca conoscenza di cosa è e di cosa sarà che mi suggerisce quanto scritto prima.
Probabilmente ci sarà una grossa fetta di creativi romantici, cui piacciono ancora gli slogan memorabili, che finiranno – loro malgrado – in cantina con cutter e poliplat, mentre molti altri nuovi che mai conosceranno i fasti e la magia di dormire in agenzia, in attesa della scintilla capace di accendere la luce di quel brand che ha pensato a entrare nel cuore delle famiglie, prima che a vendere d’impulso.
Ho usato l’Ai per qualche cliente? Si, o forse ho solo approfittato di quanto le persone volessero sentirselo dire.
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