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Federica D’Angeli

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INTERVISTATO
Federica
D'Angeli
RUOLO
Visual Designer
AZIENDA
Intervista

Chat GPT l’Ai, capace di comprendere il linguaggio naturale e di imitare la creatività umana, minaccia davvero di rubarci il lavoro e ridurre la nostra professione di artigiani della comunicazione a un ricordo? In agenzia vi state già affidando a questi strumenti? Come vi siete approcciati all’ingresso di questi strumenti nel mondo della comunicazione?

In un mondo visionario, in cui ci si trova sempre più spesso a combattere tra sincronizzazione di spazi, e tempi senza mai dimenticarci dei rapporti interpersonali, si ha sempre di più la sensazione che sfugga qualcosa alla mente umana di fondamentale importanza per la risoluzione di problematiche con fattibili soluzioni.
Queste soluzioni, sono composte e sviluppate su vari piani con molteplici aspetti. In modalità virtuale avrebbero un’importanza fondamentale nel rapporto che intercorre tra Uomo/Ai – Machine Learning. Nessuna macchina può o deve minimizzare il lavoro di un vero artigiano della comunicazione, ma bensì deve poter essere d’aiuto interconnettendosì in un mondo parallelo e virtuale e poter così incrementarne la fruizione di idee con uno sviluppo nel concreto. Poter facilitare una corretta fruizione di contenuti con una vasta molteplicità di contributi visivi, tecnici non meno con lo sviluppo di varie metodologie interattive. Questo è il futuro che ci si aspetta da una macchina, correlato ad un modello virtuale concreto e sistematicamente autonomo che renda possibile l’interazione tra passato e presente.
Per quanto riguarda il discorso delle GPT – in AI sono delle Costumers Experience in Virtual reality abbastanza rilevanti per la sistematica risoluzione di aspetti che conciliano il lavoro di un’agenzia comunicativa e lo sviluppo di concreti concetti che sono fondamentali nella comunicazione tra Uomo/Macchina-in uno spazio virtuale concreto e in continuo divenire. Non affidarsi è una scelta possibile, ma poterlo fare, ed avere così la possibilità di velocizzare il lavoro, gestendo i tempi d’attesa e risolvendone le modalità di attuazione è in questo momento storico una concreta soluzione basata su questo tipo di algoritmo ed Intelligence to Learning.

Queste tecnologie possono rappresentare effettivamente un aiuto per il mercato? L’intelligenza artificiale può effettivamente dare un aiuto, per quanto riguarda l’inclusività anche delle persone con disabilità fisica?
Sono delle tecnologie considerate oggigiorno come un fondamentale apporto d’aiuto inclusivo per l’uomo e di sostegno nel settore comunicativo e multimediale sempre più vasto, in crescita esponenziale. L’economia è il sostegno tangibile dello sviluppo tecnologico, ma senza di essa la comunicazione tra macchine e l’apporto di valore che l’uomo può trarne metterebbe in scarsa attuazione lo svolgere delle idee e il suo potenziale verrebbe sminuito perché considerato di scarsa qualità con rilevanza minore. Rispettivamente a tutta la fruibilità di contenuti e soluzione che l’AI genera in continuazione, ogni qualvolta che si interroga l’algoritmo in modo specifico sì arrivano ad ottenere dei risultati in campo comunicativo/tecnologico e d’aiuto (in questo caso anche relativo a casi speciali, a persone con disabilità motoria, o con problemi di natura inclusiva) ad altissimi livelli. Con traguardi già assodati e sviluppi che stanno prendendo campo, e attuabili su varie scale. Specificatamente relative a categorie speciali, attinenti e costruite intorno ad essi stessi.

Avete usato qualcuno di questi metodi all’interno della vostra agenzia? Credete che sia una prospettiva di sviluppo realistica per la comunicazione?
Sono utilizzati continuamente, in qualsiasi ambito lavorativo e comunicativo. Le agenzie hanno la necessità di poter affidare una parte della gestione sistemica a macchinari che ne scandiscano l’elaborazione. E valutino anche l’apporto concreto del lavoro, relativo alle commissioni di gestione e alle tempistiche di ouverture.
È considerato un momento in cui l’uomo può e deve affidarsi ad una completa gestione del lavoro rendendolo possibile e fruibile grazie all’AI. Valutandone le richieste si aprono alternative molteplici, per questo siamo pronti a catapultarci in una nuova Era – Quella in cui l’uomo ha in mano la scelta, considerata come una visibile e tangibile chiave d’appartenenza. Ciò che realmente lo contraddistingue, sarà la ricerca di un nuovo approccio d’interazione e d’indipendenza da essa.

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