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Francesco Gili

EDIZIONE
tema
INTERVISTATO
Francesco
Gili
RUOLO
Chief Operating Officer
AZIENDA
MIDO | Milano Eyewear Show
Intervista

Chat GPT l’Ai, capace di comprendere il linguaggio naturale e di imitare la creatività umana, minaccia davvero di rubarci il lavoro e ridurre la nostra professione di artigiani della comunicazione a un ricordo? In agenzia vi state già affidando a questi strumenti? Come vi siete approcciati all’ingresso di questi strumenti nel mondo della comunicazione?

L’Intelligenza Artificiale, a nostra disposizione in realtà da molto tempo, è oggi al centro di molte discussioni. Il timore maggiore è quello della riduzione del lavoro a favore delle macchine, esattamente come successe decenni fa quando l’essere umano in fabbrica si è visto affiancare da apparecchiature che, in molti casi, hanno sostituito effettivamente il suo lavoro ma che gli hanno permesso di dedicarsi ad altro (senza pensare a quei lavori considerati pericolosi che oggi l’uomo può permettersi di non fare).

Il progresso infatti non si può fermare ma non tutti gli strumenti a disposizione oggi possono davvero considerarsi indipendenti. Il lavoro dell’uomo, a nostro avviso, resta sempre centrale e nessuna macchina può lavorare in modo corretto senza il suo intervento. Crediamo molto nella tecnologia, soprattutto se affidata alle persone giuste e, come molti professionisti del settore, la consideriamo come un’opportunità per migliorare l’efficienza e la creatività del nostro lavoro di comunicazione.

MIDO si è già affidato all’intelligenza artificiale, creando la campagna che ha vinto uno dei premi di questa edizione di Mediastars. Le immagini però non avrebbero mai raggiunto una tale espressione senza l’intervento del nostro direttore creativo e del team che ha collaborato con lui.

Per quanto riguarda Chat GPT, anche noi stiamo esplorando l’uso di questo strumento che ci permette di risparmiare tempo e risorse, consentendoci di concentrarci su attività ad alto valore aggiunto, come la strategia creativa e la pianificazione della comunicazione. Resta il fatto, come per la campagna di MIDO, che senza l’intervento umano questi contenuti non sono utilizzabili: gli strumenti basati sull’IA non sostituiscono completamente l’abilità umana, ma piuttosto la complementano.

Come molti professionisti della comunicazione, anche noi quindi stiamo cercando di adattarci a questo cambiamento, imparando a integrare in modo efficace l’IA nei flussi di lavoro e a sfruttarne a pieno il potenziale creativo. In definitiva, l’IA non è una minaccia quanto una nuova risorsa che può essere utilizzata per migliorare e arricchire il lavoro che facciamo.

Anche se preoccupa la diffusione di algoritmi predittivi in grado di influenzare il processo decisionale di persone e aziende, i potenziali risparmi derivanti da automazione, digitalizzazione e servizi cloud di intelligenza artificiale sono molto alti. Basti pensare alla possibilità nel campo della logistica, per quanto riguarda l’ottimizzazione delle consegne e la gestione del magazzino, che ha avuto un’importante accelerazione con un vero e proprio boom degli ordini registrato durante la pandemia.  D’altra parte, siamo ancora nella fase di Pre Training (la P di GPT), anche se esistono già in oriente negozi che applicano il riconoscimento facciale e con specchi intelligenti che forniscono raccomandazioni personalizzate basate sugli acquisti passati del cliente e le preferenze di stile capaci di offrire, dunque, un’esperienza consulenziale. Una catena di Fast food, infine, a discapito della nostra privacy, ha già pensato di spingere gli avventori ad utilizzare il riconoscimento facciale per ottenere degli sconti fedeltà.

Queste tecnologie possono rappresentare effettivamente un aiuto per il mercato? 

Assolutamente sì. Provate a immaginare se, durante il Covid, non avessimo avuto a disposizione tutti gli strumenti che invece ci hanno permesso, seppur con certi limiti, di continuare a lavorare, a “vederci”, a studiare ecc.

Per quanto riguarda il nostro settore, l’eyewear ha ricevuto un impulso notevole grazie all’introduzione del virtual try-on, delle stampe 3d, della semplificazione della logistica, dell’automazione delle risposte e dei processi, delle piattaforme digitali, dell’analisi dei dati. Tutti strumenti che hanno permesso alle aziende di restare sul mercato in maniera efficiente e all’avanguardia.

L’intelligenza artificiale può effettivamente dare un aiuto, per quanto riguarda l’inclusività anche delle persone con disabilità fisica?

Senza dubbio. L’intelligenza artificiale già svolge un ruolo significativo nell’aumentare l’inclusività delle persone con disabilità fisica. Pensiamo all’assistenza alla mobilità, al riconoscimento e traduzione del linguaggio dei segni, alle tecnologie di comunicazione alternative e aumentative (AAC), all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni (MIDO ha già realizzato un sito web con tutte le caratteristiche necessarie ad esempio) per arrivare alla fondamentale assistenza alla vita quotidiana.

L’intelligenza artificiale ha insomma il potenziale per migliorare notevolmente la qualità della vita di queste persone, rendendo il mondo più inclusivo e accessibile. Riteniamo importante sviluppare queste tecnologie con una prospettiva centrata sull’utente e coinvolgere attivamente le persone con disabilità nel processo di progettazione e sviluppo.

Pensate anche voi che il Metaverso, nel prossimo decennio, rivoluzionerà quasi tutti gli aspetti della vita e del business, abilitando la collaborazione in spazi virtuali, luoghi fisici aumentati e una combinazione di entrambi?

Sul Metaverso siamo molto più cauti. La mancanza dei contatti umani ha portato molte persone a rivalutare tutto ciò che riguarda la “presenza” e noi siamo fra queste. Se da una parte è assolutamente possibile svolgere una miriade di attività con un pc e una rete internet, dall’altra parte è anche vero che guardarsi negli occhi, discutere, incontrarsi, toccare gli oggetti con mano facilita tantissimi processi, tra cui proprio quello comunicativo. La giusta soluzione è sempre nella via di mezzo.

Inoltre, potrebbe creare nuove linee di business e trasformare le interazioni tra clienti e aziende. Alcune aziende hanno già pensato di utilizzare questa tecnologia per personalizzare progetti all’interno del Metaverso con ambienti promozionali per eventi dedicati. Avete usato qualcuno di questi metodi all’interno della vostra agenzia? Credete che sia una prospettiva di sviluppo realistica per la comunicazione?

Non li abbiamo utilizzati ma abbiamo aziende del nostro settore che lo hanno fatto e, a quanto riportato, sta andando abbastanza bene. È sicuramente un’opportunità per il futuro e dobbiamo sempre ragionare pensando ai nostri giovani e giovanissimi: se, oggi, per i 40/70enni tutto questo non ha molto senso, per chi prenderà il nostro posto invece ne ha tantissimo. È quindi giusto e necessario essere preparati proprio per quei 15-25enni che fra qualche anno avranno in mano la comunicazione.

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