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Francesco Mollo

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INTERVISTATO
Francesco
Mollo
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Partner & Creative Director
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IncredibleTruths!
Intervista

Chat GPT l’Ai, capace di comprendere il linguaggio naturale e di imitare la creatività umana, minaccia davvero di rubarci il lavoro e ridurre la nostra professione di artigiani della comunicazione a un ricordo?

Certo che no! O meglio, la trasformerà, come sta già avvenendo dagli anni 2000, quando Google iniziò a utilizzare algoritmi di apprendimento automatico per migliorare i risultati di ricerca. Sebbene queste tecnologie siano esistite per decenni, solo ora sono alla portata di tutti.

Tuttavia, dobbiamo riflettere attentamente: saremo in grado di integrare l’IA nei nostri processi produttivi senza diventarne dipendenti? Il rischio è cadere nella “trappola tecnologica” descritta da Carl Benedikt Frey, direttore del programma Future of Work all’Università di Oxford. Secondo Frey la “Trappola Tecnologica” si verifica quando l’innovazione tecnologica porta a una disoccupazione strutturale e ad un aumento delle disuguaglianze economiche. Questo fenomeno è particolarmente evidente durante le rivoluzioni industriali, quando le nuove tecnologie sostituiscono il lavoro umano, creando una divisione tra coloro che beneficiano dell’automazione e coloro che ne sono danneggiati. Per questo penso che la sfida più grande sia quella di intervenire nei processi produttivi e nella valorizzazione dei talenti ed evitare così di cadere nella trappola tecnologica.

In ambito creativo, Adobe ha gradualmente inserito l’IA negli ultimi anni, con tool per migliorare i volti e la generazione di immagini. Tuttavia, pensare che i mestieri della comunicazione spariranno da un giorno all’altro per colpa dell’IA è irrealistico, altrimenti colossi come Adobe sparirebbero. Un futuro con l’IA è inevitabile, ma dipende da noi plasmarlo positivamente.

 

Queste tecnologie possono rappresentare effettivamente un aiuto per il mercato?

Certamente, ma bisogna cambiare paradigma sul lavoro. Un dipendente felice è un dipendente che produce di più e meglio. Al netto della velocità con cui si muove l’AI e sulla velocità che potremmo raggiungere in termini produttivi, dobbiamo pensare adesso a strategie politiche che ci consentano di lavorare meno ore e avere salari medi più alti. Perché se la gente ha più soldi in tasca e più tempo libero avrà anche più tempo per spenderli. Solo così possiamo far crescere il mercato.

 

L’intelligenza artificiale può effettivamente dare un aiuto, per quanto riguardal’inclusività anche delle persone con disabilità fisica?

Per quanto riguarda l’inclusività delle persone con disabilità fisica, l’IA offre opportunità promettenti. Nel 2003, Second Life ha dimostrato come le piattaforme virtuali possano aiutare le persone con disabilità a vivere esperienze altrimenti impossibili. Integrare il Metaverso con l’IA offre un enorme potenziale per migliorare l’accesso alle risorse e l’indipendenza delle persone con disabilità, ma dobbiamo prima affrontare le sfide sul piano etico e della privacy.

 

Avete usato qualcuno di questi metodi all’interno dellavostra agenzia? Credete che sia una prospettiva di sviluppo realistica per la comunicazione?

Di recente abbiamo sperimentato nuovi flussi e nuove procedure che integrano l’IA con il lavoro creativo, ottenendo eccellenti risultati, soprattutto in termini di risparmio di tempo. Siamo convinti che in questi casi sia meglio arrivare secondi e imparare dagli errori degli altri, piuttosto che arrivare primi e non imparare nulla. Per quanto riguarda il Metaverso, ci sono ancora troppi ostacoli hardware; la tecnologia è disponibile, ma è ancora troppo costosa o ingombrante. La Pubblicità funziona quando raggiunge un vasto pubblico, mentre attualmente il Metaverso è utilizzato solo da una nicchia di persone, troppo piccola per giustificare un investimento in quella direzione.

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