Sono Giovanni Bordin, art director presso Playmode. Playmode è una creative agency che si occupa fondamentalmente di sviluppare idee creative per brand che stanno cercando di trovare un nuovo posizionamento. Abbiamo un’impostazione estremamente analitica del progetto e questo avviene anche nella parte creativa. Partiamo sempre e soltanto da dati, da un’analisi approfondita anche della storia del cliente o del competitive frame in cui si va a posizionare: questa è fondamentalmente la caratteristica che poi va a caratterizzare tutti i nostri progetti.
L’intuizione, secondo me, è la scintilla iniziale. All’inizio del progetto, dopo aver iniziato, dopo una prima fase di ricerca, di analisi, dopo aver capito quali sono le varie problematiche, quali sono anche le opportunità che il progetto ha, si ha quella scintilla iniziale: una prima visione che tiene insieme tutte le cose che si sono capite fino a quel momento, che però non ha ancora veramente una forma, è qualcosa di ancora indefinito. Si pensa di aver capito tutto, ma in verità non si è ancora capito effettivamente dove si andrà.
E quindi si assume un rischio. Si assume il rischio di iniziare a dare forma a quella prima intuizione e questa forma viene fuori non semplicemente dal genio creativo che si pone dall’alto e va a dare forma a questa prima intuizione, ma per riuscire, secondo me, ad arrivare a dare una forma efficace a un progetto ci vuole anche tanto ascolto di quelli che sono i vari stakeholders del progetto, anche un ascolto interiore di quello che si vuole andare a fare sul progetto e di quali sono anche i dubbi che cominciano a nascere all’interno del processo creativo.
Tramite tutte queste fasi, soprattutto l’ascolto, si riesce ad arrivare ad avere un buon progetto: ecco, non un progetto magari eccezionale, sempre, però un buon progetto, un progetto che funziona: questo per me è la cosa più importante, alla fine.