Giuseppina Mairano

Intuizione, rischio, ascolto – la mia visione

L’intuizione è una compagna invisibile ma preziosissima nel nostro lavoro. È quella voce silenziosa che si attiva nei momenti decisivi, quando i dati non bastano e bisogna decidere “a pelle”, ma con una pelle esperta, nutrita da anni di relazioni, osservazione e contesti affrontati. Credo che l’intuito sia una forma evoluta di ascolto interiore, una bussola che si attiva quando impariamo a fidarci del nostro bagaglio umano e professionale.

Nel nostro campo, l’intuizione si manifesta spesso come la capacità di intercettare un cambiamento prima che diventi evidente, di proporre soluzioni nuove, di capire il pubblico ancor prima che parli. Questo non vuol dire agire senza logica, ma piuttosto sviluppare una logica diversa, laterale, che nasce dall’esperienza, dall’empatia e da un’attenzione costante al contesto.

Il rischio, in questo senso, non è un nemico: è parte integrante di qualsiasi progetto comunicativo. Ogni strategia innovativa comporta un salto nel vuoto, ma è proprio lì che può avvenire la differenza. Per me, affrontare il rischio significa creare scenari alternativi, pianificare il possibile e anche l’imprevisto, lasciando però uno spazio creativo che permetta di adattarsi e, perché no, di sorprendere.

L’ascolto, poi, è la base di tutto. Non è il semplice ascolto del brief o del cliente, ma un ascolto sistemico: delle persone, dei segnali, delle conversazioni, dei nuovi trend. Oggi non possiamo più permetterci una comunicazione autoreferenziale, dobbiamo essere rilevanti, e per esserlo serve sintonizzarsi.

Il nostro compito è quello di trasformare i dati e le emozioni raccolte in narrazioni significative. Le tecnologie ci aiutano a conoscere meglio le audience, ma è la capacità umana di interpretare e intuire che dà valore all’informazione. Proporre significa anche osare: portare i brand fuori dai soliti schemi, con rispetto, ma anche con la forza di una visione.