Intuizione, rischio, ascolto
L’intuito è spesso definito come la capacità di prendere decisioni corrette anche in assenza di tutte le informazioni. In un contesto come quello della comunicazione, dove il cambiamento è costante, l’intuizione è molto più che un’abilità personale: è una bussola. Ma da dove nasce? Spesso da un dettaglio in un brief, da un’osservazione laterale o dal collegamento improvviso tra esperienze diverse. È una forma di elaborazione profonda, anche se inconscia, che si nutre di preparazione, curiosità e ascolto.
Come quest’attitudine può esserci utile nel campo lavorativo? È possibile dare a questa sensazione una spiegazione logica?
L’intuizione è il punto di partenza di ogni processo strategico, ma non esiste senza contesto e preparazione. La spinta iniziale arriva spesso da un’intuizione, ma per trasformarla in azione servono metodo, analisi, confronto. In un’agenzia di comunicazione come Spada Media Group, ogni idea nasce così: da un’intuizione che viene poi testata, discussa, verificata insieme al team. In questo senso, l’intuito ha una sua logica: è il risultato di una mente allenata a riconoscere schemi, leggere segnali deboli, cogliere opportunità prima che diventino evidenti a tutti.
L’intuito, però, ci porta inevitabilmente ad affrontare il rischio. Non c’è crescita senza margine di incertezza, e ogni innovazione — nei format, nei linguaggi, nei modelli di business — comporta una dose di rischio. È una componente inevitabile per chi fa impresa e lavora nella comunicazione.
Il nostro intuito ci può aprire delle strade tanto interessanti quanto rischiose. D’altra parte, quando il rischio ha effetto positivo, allora diventa opportunità. Nella gestione dei nostri progetti spesso il rischio è un aspetto fondamentale ed inevitabile e si può trovare il coraggio di affrontarlo. La parola stessa progetto, che utilizziamo in Comunicazione è un termine associato alla proiezione verso il futuro delle nostre idee. Come mettere in atto efficacemente un piano d’azione in cui si affrontano e si contrastano i possibili elementi di rischio?
Pianificare, per me, significa proprio questo: incanalare l’intuizione dentro un framework solido e adattabile. Ogni decisione strategica è costruita su una base di dati, insight, dialogo con il team e ascolto continuo del cliente. È in questo modo che possiamo “mettere in sicurezza” anche le idee più audaci. Il nostro lavoro consiste nel progettare scenari, anticipare criticità, sperimentare in modo controllato. Il rischio non si elimina, ma si gestisce. E quando è ben calcolato, si trasforma in opportunità.
A fare da filo conduttore tra intuizione e azione c’è l’ascolto. Ascoltare davvero – il cliente, il mercato, i colleghi – è ciò che ci permette di restare rilevanti. L’ascolto non è solo il primo passo di ogni progetto, ma anche ciò che alimenta l’intuizione, guida la strategia e permette l’adattamento.
Parlare di ascolto significa parlare di comunicazione. Dall’ascolto del brief all’ascolto dei colleghi, per individuare i trends e avvicinarsi all’innovazione. Oggi i brand stanno imparando ad ascoltare le persone, per condividere valori creati sui nostri desiderata, realizzando quanto sia importante il nostro consenso. Naturalmente l’innovazione ha molto aiutato questo processo, con l’analisi dei social media, e in generale dei comportamenti in rete, confermando le modalità e le motivazioni per cui si è attratti da un prodotto o interessati ad una marca. In che modo possiamo accentuare il carattere propositivo dell’informazione, permettendo ai brand di conoscere meglio la propria audience, per intrattenere e informare sperimentando nuovi linguaggi e tecnologie?
Credo che oggi i brand abbiano a disposizione strumenti straordinari per comprendere i propri pubblici: analisi dei comportamenti digitali, monitoraggio del sentiment, ricerca di insight attraverso i dati. Ma questi strumenti non bastano se non vengono interpretati con intelligenza e tenendo sempre presente l’elemento umano. Lavorando nel digital, ho imparato che i numeri vanno comunque affiancati alla sensibilità. Per questo, accanto alle dashboard, utilizziamo workshop, interviste, osservazione qualitativa. È da questa combinazione che nasce una comunicazione autentica, in grado di sperimentare con linguaggi e tecnologie, restando però sempre coerente con i valori e i bisogni reali delle persone. Oggi più che mai, intuizione, rischio e ascolto non sono concetti teorici, ma strumenti operativi. Solo se lavorano insieme possono guidarci nel trasformare le idee in azioni, le azioni in risultati, i risultati in nuove direzioni.
Mediastars propone di mettere in luce il valore della professionalità di chi contribuisce con il proprio apporto alla riuscita di un progetto di comunicazione.