Cosa ne pensate dell’intelligenza artificiale e come pensate impatterà sul vostro lavoro?
Cominciamo col dire cos’è l’intelligenza artificiale, dato che si tratta di un argomento davvero complesso:
L’AI è quel “sistema” che progetta macchine e software che simulano il comportamento umano.
Come lo fanno?
Attraverso il Machine Learning che è il sistema che addestra dei modelli o in modo più semplice addestra una serie di
Algoritmi a simulare il comportamento umano in modo che possano prevedere dei risultati.
E perché parliamo di previsione dei risultati?
Perché L’intelligenza artificiale non è ovviamente intelligente nel senso stretto del termine.
Non capisce né quello che gli chiediamo né tanto meno comprende quello che ci risponde qualsiasi sia l’output richiesto, un testo una immagine un video un audio.
L’AI o almeno le piattaforme di AI sono “solo” molto brave a darci il risultato più prossimo a quello che noi vorremmo come risposta sempre in termini probabilistici, e perché ci riescono… perché elaborano una quantità di dati impressionante.
Per fare un semplice esempio è come se parlassimo degli algoritmi degli smartphone che generano il completamento automatico delle parole (il vecchissimo T9) lo fanno in modo probabilistico, calcolando la parola che credono tu stia per scrivere.
Allo stesso modo fa l’intelligenza artificiale generativa.
Quindi di fatto può essere riassunta come un grandissimo calcolatore statistico.
Esistono oramai sistemi così potenti da essere così efficienti nel generare statistiche che sono quasi indistinguibili da quello che potrebbe fare un cervello umano.
Io penso che sia una enorme opportunità, ma anche un enorme pericolo, e se da una parte siamo così affascinati dal voler vedere “domani mattina” cosa esisterà fra 10 anni dall’altra parte ci spaventa molto pensare che tutta questa “potenza” di calcolo possa distruggere la creatività umana parlando delle idee, e tante altre capacità parlando del mondo del lavoro in generale.
Perché… facciamo un semplicissimo esempio, se le nuove generazioni dovessero abituarsi ad utilizzare l’AI per scrivere per elaborare immagini, per creare musica… sempre parlando del campo artistico in generale, beh… avremo sempre meno persone che si alleneranno e alleneranno il loro cervello a fare qualcosa.
Oggi tutti noi a livello calligrafico siamo peggiorati tantissimo, perché passiamo le giornate a pigiare tasti, una volta si scriveva.
Quindi è chiaro che l’impatto dell’intelligenza artificiale nelle agenzie nel prossimo futuro sarà dirompente.
Da una parte è utilissima per automatizzare alcuni processi, per
per l’analisi dei dati, puoi fare in brevissimo dei riassunti di una mole di dati impressionate e questo ti aiuta a personalizzare i messaggi pubblicitari, campagne di marketing per farle sempre in modo più preciso.
Può essere utilissima per creare immagini veloci, rappresentative di qualcosa che poi si andranno a finalizzare in modo definitivo.
Porta con sé molte opportunità, ma anche molte sfide, come la necessità di competenze tecniche per gestire strumenti di AI,
fra tutti il rischio di una riduzione dell’autenticità nella comunicazione, perché il rischio di violazioni della privacy è altissimo e così anche questioni etiche possono diventare insidiose.
Quindi crediamo che le agenzie di comunicazione, tutte insieme, dovrebbero dotarsi di codici etici per bilanciare l’uso dell’AI in modo che ci sia sempre un approccio umanizzato per mantenere connessioni significative fra le persone, perché dopo tutto facciamo quello che facciamo perché ci piace e se deleghiamo tutto ad un software ci illudiamo di guadagnare in molti casi del tempo, ma invece in molti casi rischiamo di perdere il bello della vita.
Mediastars propone di mettere in luce il valore della professionalità di chi contribuisce con il proprio apporto alla riuscita di un progetto di comunicazione.