Sono Marco Siccardi, design director di Robilant Associati e sono molto felice di essere qui. È stata un’esperienza davvero estremamente stimolante e interessante. Abbiamo visto molti progetti davvero diversificati ma tutti veramente validi e che offrono numerosi spunti di riflessione. Vi ringrazio davvero per avermi dato la possibilità di partecipare a questa edizione.
Intuizione, rischio e ascolto sono tre parole molto importanti del nostro lavoro, tutte e tre. Credo che l’ordine che trovo più corretto, o comunque pertinente rispetto al mio modo di lavorare, sia ascolto, intuizione e rischio, le metterei in quest’ordine.
L’ascolto ovviamente è fondamentale: ascolto del cliente, ascolto delle sue esigenze. Bisogna ricercare sempre all’inizio del lavoro dei punti di affinità, le giuste sinergie per comprendere veramente i suoi bisogni e offrire la migliore risposta. La fase di ascolto è molto importante, soprattutto in un momento in cui tutto sta cambiando in modo molto veloce, le agenzie sono confuse, anche i clienti talvolta sono un po’ confusi sul da farsi e su come evolverà il mondo nei prossimi anni. Quindi la fase di relazione è forse la più importante.
L’intuizione è quella che guida da sempre il nostro lavoro. L’intuizione creativa è quella che ci consente di, colte le esigenze del cliente, elaborare una proposta con un pensiero che sia davvero differenziante, che possa distinguersi rispetto agli altri. Anche in un mondo in cui siamo sempre più saturati da stimoli, messaggi e informazioni, la capacità di cogliere quegli elementi di differenza che per il cliente restano sempre la guida, la strada maestra da perseguire per poter elaborare qualcosa di unico.
Il rischio è ciò che bisogna assumersi sempre di più in un mondo che si sta sempre di più omologando. È importante rischiare in un mondo che ha bisogno sempre di più di rassicurazioni, di ritornare un po’ sugli stessi binari, cercare quindi di ottenere i risultati e di conseguire gli obiettivi nel modo più sicuro. Il rischio è quella cosa che effettivamente può consentire alle aziende e ai clienti di poter emergere e di potersi assicurare un futuro diverso rispetto agli altri.
La provocazione che mi sento di proporre è relativa alla parola rischio. Spesso ci sentiamo minacciati delle nuove tecnologie, soprattutto dall’intelligenza artificiale che si sta evolvendo sempre di più e con un ritmo veramente velocissimo. Ma può essere anche una grande opportunità. Non dobbiamo metterci in competizione con la tecnologia ma dobbiamo comprenderla, governarla e farci stimolare positivamente dalla sua capacità di rimescolare le carte, di tirarci fuori dal solco creativo in cui a volte, o forse troppo spesso, le agenzie si inseriscono. Smettiamola di pensare ai giovani come persone affamate di pragmatismo che hanno bisogno di contenuti sempre più veloci, sempre più funzionali. La performance è una parola che risuona sempre meno nella testa e nel cuore dei giovani. C’è bisogno di emozione, di coinvolgerli, di illuminarli con nuove idee quindi, in una comunicazione che è sempre più pragmatica e sempre più veloce, rallentare non può che far bene.