In merito all’intelligenza artificiale ho un’opinione ben precisa, nel senso che sono favorevole all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Ho iniziato ad utilizzare Midjourney e alcuni programmi simili un anno e mezzo fa e l’anno scorso abbiamo fatto la prima campagna italiana con l’intelligenza artificiale. Devo dire che è stato un grande vantaggio poter utilizzare l’intelligenza artificiale perché, dal mio punto di vista, ci pone di fronte ad infinite possibilità creative. La differenza sul risultato, oltre alla capacità di valutazione del risultato, che se sei capace di valutare attentamente un artwork, un’immagine che ti piace e se i tuoi gusti sono quelli che rispondono a una richiesta del mercato, allora è tutto più facile. La differenza vera la fa quello che chiamiamo prompt, cioè come inserisci ciò che vuoi ottenere e qui bisogna studiare parecchio perché non basta scrivere: “Voglio un’immagine fatta in un certo modo”. Si possono aggiungere tanti dettagli che creano la differenza. Per arrivare a definire la campagna che abbiamo fatto lo scorso anno io ho fatto più di 100 prove, andando a modificare ogni volta un dettaglio del prompt, inserendo il tipo di macchina fotografica che volevo simulare, inserendo la lente, inserendo la luce, inserendo una serie di tipologie di accezione che fanno veramente la differenza per la generazione delle immagini. Mentre, dal punto di vista del copywriting, Chat GPT, che ha fatto dei passi avanti molto importanti negli ultimi tre/quattro mesi mette, a mio avviso, fortemente in discussione anche il lavoro del copywriter. È vero che la qualità non è ancora eccelsa però, anche in questo caso, se vengono fatte e poste le domande correttamente, Chat GPT è in grado di facilitare molto il lavoro del copywriter e a volte anche di sostituirlo. Mi spiace dirlo, ma ci sono stati casi in cui si è rivelato molto creativo Chat GPT, molto molto creativo. È vero che spesso lo mettiamo in discussione, spesso gli stessi copywriter mettono in discussione Chat GPT, perché si sentono attaccati, però è inevitabile immaginarci che si possa evolvere ancora rispetto a quanto è in grado di fare oggi e quindi, a mio avviso, non siamo molto distanti da ottenere ciò che un pubblicitario desidera da un software come chat GPT. Quindi questo è un po’ il mio pensiero e non possiamo, a mio avviso, combattere l’avvento dell’intelligenza artificiale. Dobbiamo capirla, dobbiamo cavalcarla, dobbiamo cercare come possiamo ottenere il massimo, che può facilitare la qualità del nostro lavoro e farci ottenere ciò che un creativo si immagina.
La provocazione di Max Galli
Io penso che chi, in questo momento, osteggia l’intelligenza artificiale sia chi non l’ha ancora ben capita e non ha ancora ben capito come utilizzarla al meglio.
Il mio suggerimento è: studia, impara, prova, fai esperimenti e sbaglia, ma insisti perché solo così potrai capire come ottenere il massimo da tutte le intelligenze artificiali che il mercato ci offre in questo momento.
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