Mi chiedono di parlare di intelligenza artificiale generativa. Ne sono abbastanza innamorato. L’ho scoperta quando Midjourney è arrivato alla versione 4 – siamo ormai alla versione 6 – cioè quando ha cominciato a produrre immagini degne e usabili, che non fossero soltanto degli schizzetti. Lì ho cominciato a incuriosirmi un pochino di più, prima la guardavo solo come cosa strana. Oggi la uso come partner creativo, non per avere idee, ma per trovare dei punti di vista un pochino differenti, un po’ inaspettati. Noi possiamo arrivare, anche confrontandomi con un copywriter o con un altro art director, a un’apertura di un certo tipo. L’intelligenza artificiale generativa – leggi chat GPT, ma leggi anche i tool di produzione immagini – ci portano in mondi che possono essere inaspettati, almeno dal mio punto di vista. Non è la soluzione, non è il cilindro da cui tirar fuori il coniglietto: è un mezzo. Come abbiamo imparato a usare Photoshop o Illustrator – per quel che riguarda il mio lavoro – come abbiamo imparato a usare le lettere per scrivere, impariamo a usare anche quest’altro mezzo.
Mediastars propone di mettere in luce il valore della professionalità di chi contribuisce con il proprio apporto alla riuscita di un progetto di comunicazione.