Per quanto riguarda il discorso sull’intelligenza artificiale è un tema molto dibattuto, molto caldo. Personalmente, non ho mai un preconcetto, cioè tutte le tecnologie possono essere utili e possono, anzi, anche stimolarci a fare dei passi avanti. Sono convinta che porterà via molto lavoro, anche nel nostro settore. Ma sono altrettanto convinta che la qualità , un certo tipo di approccio, nel mio caso alla scrittura, al pensiero strategico, anche a un certo tipo di creatività , almeno al momento non siano in pericolo.
Ricordo quando dicevano che l’mp3, e prima i compact disc, avrebbero eliminato il vinile. Oppure che gli ebook avrebbero soppiantato per sempre i libri cartacei. Poi, in verità , non è sempre così. In verità si trova una condivisione. Certamente quello che va regolato è proprio l’utilizzo dell’intelligenza artificiale che può avere, al di là del nostro lavoro, delle applicazioni che dal mio punto di vista possono essere anche pericolose. Parlo di fake news e di fabbricazione di contenuti che poi non corrispondono a verità . Ecco, questo è l’aspetto che più personalmente mi inquieta. Sul lavoro penso che la qualità paghi e, probabilmente, il lavoro della creatività fatta un po’ su misura, tailor-made, forse diventerà una nicchia, una nicchia per il lusso, una nicchia per aziende che amano un certo tipo di approccio che non sia standard e uguale per tutti.
Io non la uso, non voglio nutrirla con le mie idee perché l’intelligenza artificiale si nutre di tutto quello che diamo, però, al tempo stesso, cerco di sperimentarla con altri mezzi e altre vie.
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